In questa materia, prima di tutto, vale la pena confrontare la radiazione dei sensori con la radiazione di altri dispositivi radio che fanno parte dei sistemi di sicurezza wireless.
Per quanto riguarda i sensori, ce ne sono parecchi e utilizzano tecnologie diverse; esistono sensori PIR, cioè sensori ad infrarossi passivi che non emettono nulla, perché rilevano la differenza di temperatura tra i raggi fissati da un’apposita lente che viene posta davanti all’elemento piroelettrico del dispositivo. Lo stesso vale per i sensori di apertura di porte e finestre o per i contatti elettrici che si aprono come un interruttore. Esistono inoltre barriere all’infrarosso attivo che producono radiazioni infrarosse di bassa potenza solo quando il sistema è protetto, e che sono del tutto innocue. Infine, i sensori più comuni che emettono microonde hanno una potenza molto bassa, gli studi dimostrano che sono completamente innocui.
Per i sistemi wireless, è necessario comprendere che elementi come sensori, contatti, ecc. dispongono di una radio che trasmette segnali alla stazione; quasi tutti questi sistemi sono unidirezionali, il che significa che le onde vanno solo dai sensori alla centrale di allarme, non viceversa. Le periferiche quindi trasmettono segnali ogni volta che rilevano un pericolo nell’area controllata, quindi la centrale di controllo decide se il messaggio di allarme deve essere considerato valido o meno. Questo tipo di periferiche non ha a bordo un ricevitore che le permetta di sapere se l’allarme è attivato o disattivato, quindi devono sempre trasmettere segnali, ma nonostante ciò la potenza realizzata è comunque molto bassa, intorno ai 5 mW.
Quindi, possiamo concludere che i dispositivi di allarme di sicurezza wireless non sono dannosi per la salute dei loro utenti.